Posted on: 23 Novembre 2021 Posted by: ancoraunaltrolibro Comments: 0

“E qui penserete che il Brujo è un ciarlatano butta lì facili giochini di parole più adatti a un pubblico da asilo nido e invece io racconto solo la verità e non ci posso mica fare niente se Mela fa la torta di mele, giusto? Non ho mai capito perché per qualcuno è più facile credere a una zanzara grade come un Harley Davidson piuttosto che a Mela che fa la torta di mele.”

Salve lettori!

Eccoci qui con una nuova recensione. Oggi parliamo di un libro che è molto diverso dal solito e di cui è un po’ complesso parlare. Il titolo è “Paura del Brujo” di Stefano Fantelli.

Ringrazio di cuore la casa editrice per la copia!

Brujo
Il Brujo, guerriero e stregone metropolitano, cacciatore di fate, affiancato dal suo migliore amico Angelo, nella sua ricerca dell’amore perduto si imbatte in personaggi e situazioni surreali, come un uomo blu che sta per partire verso il cielo con un razzo legato dietro la schiena, una ragazza bellissima di cui esiste soltanto l’involucro esterno, uno strano vampiro che infesta una colonia abbandonata sulla riviera romagnola, una fata che vive nelle acque di un fiume, il fantasma di Hemingway, la Morte che succhia Chupa-Chups alla vaniglia, e tanto altro. Al Brujo non interessa vincere, per lui l’importante è vivere nell’eterno istante del grido di battaglia, perché è l’unica cosa che lo fa sentire vivo. Stefano Fantelli, lo racconta attraverso le schegge sparse nelle pagine del diario del Brujo, come pezzi di un mosaico, come frammenti di uno specchio che ricostruiscono sotto gli occhi del lettore la sua storia e il suo mondo, in un viaggio attraverso il tempo e la memoria, illustrato da Dario Viotti.

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Qui ho già parlato delle sua raccolta di storie (trovate la recensione QUI) e di come io abbia apprezzato davvero tanto il suo stile. Con questo libro io non posso che confermare per la seconda volta il mio apprezzamento e la mia stima verso Stefano Fantelli e la sua abilità nel narrare.

Ci troviamo tra le mani il diario de “L’esperto mondiale delle stronzate paranormali più assurde”, il Brujo. Le sue avventure sono fuori dall’ordinario, ha come amico Angelo che è davvero un angelo ma senza le ali e che veste come negli Anni ’70. Le avventure le vivono insieme. Avventure fatte di insetti giganti, donne cave, fate, uomini blu e vampiri.

Poi c’è lei… Mela. Mela è un angelo, anche lei senza ali ma soprattutto, il cuore di Brujo le appartiene. Durante la lettura il protagonista si mostra affranto per la sua storia con Mela.

Il Brujo vede la morte. Essa viene descritta come una donna bellissima dallo stile dark che mangia un lecca-lecca, dallo spirito allegro e coperta di tatuaggi.

Il protagonista parla con il fantasma di Hemingway e lui stesso vuole fare lo scrittore ma nel frattempo fa anche lavori ordinari come portare casse d’acqua a fate vampire. Brujo è l’alter-ego di Fantelli.

L’introduzione che ho voluto inserire in questa recensione è uno dei passaggi più belli, anche se trovarne uno di brutto è impossibile. Un passaggio che fa molto riflettere e di quanto possa essere difficile scrivere.

Non ho potuto notare come lo stile mi abbia ricordata la prosa di Bukowski. Un po’ come  se quest’ultimo un giorno si fosse svegliato e abbia deciso di scrivere di mostri e fate, senza perdere di vista la propria visione del mondo. Uno stile che ho amato alla follia.

Per il Brujo la vita è un continuo sopravvivere e lottare insieme ad un mix di creature straordinarie che la vita pone sulla sua strada ma questo dona al lettore una fuga dalla propria realtà che altro non è che normalità.

Il volume è molto ben curato. Esteticamente è un piccolo pezzetto d’arte arricchito con i disegni di Dario Viotti, fumettista di molte opere tra cui il più famoso Dampyr. È ricco di disegni bellissimi, foto e citazioni.

Le pagine scorrono molto veloce tanto da averlo terminato in un paio di giorni, complice una scrittura incredibilmente scorrevole ed esilarante.

“Paura del Brujo” è un libro che va letto ma soprattutto deve essere letto, non potete lasciarvi sfuggire la conoscenza de “Lo stregone”.