Scappare per ricominciare la propria vita in un altro stato. Crearsi una nuova vita. Nel giro di due anni capovolgerla completamente. Svolgere un lavoro che poco tempo prima non pensavi. Lottare con le unghie per l’amore. È quello che la nostra protagonista affronterà in questo romanzo.
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Salve a tutti! Nella recensione di oggi andremo a parlare di un romanzo diverso dalle mie solite letture. “La tana di Buddy” di Chiara Farruggio. Ringrazio l’autrice per la copia cartacea!
Protagonista di questa avventura è Jesse McCollins. Jesse è una giovane ragazza che deciderà di abbandonare il proprio Stato dopo aver commesso una brutta azione e ripartire proprio dalla “Tana di Buddy”. Buddy è il proprietario di questo bar e accoglierà Jesse come una figlia. In questa tana ne accadranno di tutti i colori!
A complicare la vita di Jesse, ci penserà Jacko. Jacko è un attore che, dopo la morte del suo migliore amico, perderà la retta via e si unirà con un gruppo di teppistelli. Ma l’incontro con Jesse sarà fatale: i due si innamoreranno perdutamente. Tra i due si intrometterà Doug. Il migliore amico di Jesse, innamorato perdutamente di quest’ultima. Doug cercherà fino all’ultimo di conquistare Jesse.
Jesse è una ragazza che farà di tutto per riuscire a realizzarsi. Nel corso del romanzo dovrà lottare tanto per il suo amore nei confronti di Jacko. Jacko invece è un ragazzo perduto che trova nell’amore un mezzo per riuscire a ritornare quello di una volta.
La storia in sé è apprezzabile anche se non è il mio genere. Ma nonostante ciò non è esente da difetti: una delle cose che più non mi sono piaciute è che per metà del romanzo non sono altro che urla. Subito i personaggi si surriscaldano. Ogni dialogo, una cosa che si ripete veramente spesso. Inoltre la scelta di usare il caps lock per queste situazioni non mi ha fatta impazzire.
Purtroppo inoltre non sono mai stata in sintonia con la protagonista: l’ho trovata un po’ troppo irascibile, troppi scatti d’ira. Nonostante sia una persona adulta mi è sembrata molto adolescenziale.
Le descrizioni e la narrazione sono state molto fluide ma i dialoghi no. Una cosa che ho trovato fastidioso per la lettura è stato il continuo uso dei tre punti di sospensione. È stata una cosa davvero eccessivo.
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