Posted on: 22 Marzo 2022 Posted by: ancoraunaltrolibro Comments: 0

Un giallo dal sapore classico. Un castello e quattro personaggi rinchiusi all’interno che lottano per l’eredità. Solo uno di loro potrà avere il bottino messo in palio.

Ringrazio di cuore la casa editrice per avermi inviato la copia cartacea!

Bartolomeo Zoldan ha sempre avuto un crudele senso dell’umorismo. Approfittando del castello di Boscolungo, una sua proprietà sull’appennino tosco-emiliano, ha deciso che perfino da morto può giocare un tiro mancino ai propri eredi: costringerli a partecipare a una sorta di caccia al tesoro per aggiudicarsi il pacchetto di maggioranza della Zoldan S.p.A. Dovranno restare in totale isolamento (nessuna comunicazione con l’esterno, nessuna connessione, nessuna auto a disposizione) nel castello e seguire le tracce basate sui versi immortali di Giacomo Leopardi. Un figlio scapestrato, la vedova del primogenito di Bartolomeo, un figlio illegittimo e la giovane segretaria che il magnate ha sposato segretamente saranno costretti ad allearsi, diffidare, tendersi reciproci trabocchetti per cercare di interpretare tutti gli enigmi e raggiungere il tesoro. Nessuno di loro immagina che il gioco possa diventare qualcosa di ben più pericoloso. E che la posta in gioco possa essere la vita.

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“Trappola a Boscolungo” è un romanzo con caratteristiche tipiche di questo genere, a partire dall’ambientazione fino alla storia stessa. Ma nonostante ciò è riuscito nell’intento di farmi appassionare alla storia, senza cadere in banalità. Ma andiamo per gradi.

Quattro persone saranno chiamate per aprire il testamento di Bartolomeo Zoldan. Ma quando si presenteranno, scopriranno una dura verità, i quattro dovranno risolvere degli indizi per arrivare alla fine e ottenere una fetta grossa dell’eredità. Nove indizi basati sulle poesie di Giacomo Leopardi. Uno solo potrà vincere…

A sfidarsi, come scritto, saranno quattro persone: Guglielmo, il figlio; Niccolò, il figlio avuto con un’altra donna e tenuto all’oscuro fino a quel momento. Clarissa, segretaria divenuta poi la moglie del defunto. Melania, la nuora. Ognuno con alle spalle una brutta storia e ognuno con un valido motivo per restare e combattere per ottenere quella grossa fetta dell’eredità.

La particolarità che mi è piaciuta è la caratterizzazione dei personaggi, davvero ben riuscita. Quattro personalità, tutte e quattro diverse tra loro, nonostante la caccia al tesoro e la brevità del romanzo.

Come ogni giallo di questo tipo che si rispetti, non mancano intrighi, colpi di scena e tradimenti, ognuno cercherà di mettere i bastoni tra le ruote all’altro. Ma non mancheranno momenti di alleanza. A supervisionare che la gara sia regolare, ci sarà il notaio Stefano Reale. Ma anche su quest’ultimo, aleggeranno numerose ombre. In aggiunta, anche una servitù alquanto strana.

“Trappola a Boscolungo” ha saputo intrattenermi, non nascondo che ero curiosissima del finale. Finale che, seppur niente di eclatante, è riuscito a convincermi.

Il romanzo è breve, conta circa 250 pagine ed è davvero molto scorrevole, di punti morti non ne possiede. “Trappola a Boscolungo” mi è piaciuto, infonde quella curiosità di voler scoprire come si risolverà l’intera vicenda e chi la spunterà. Queste storie dal sapore classico mi sono sempre piaciute e questa non è da meno!