Posted on: 22 Aprile 2019 Posted by: ancoraunaltrolibro Comments: 2

Salve a tutti! In questa nuova recensione andremo a parlare del primo libro che ho letto di uno dei miei autori preferiti e dove è iniziato il mio interessamento verso i suoi romanzi: L’enigma del solitario. Una cosa curiosa è che questo romanzo l’ho comprato un po’ alla cieca ma ne sono rimasta folgorata!

libro
Un mazzo da gioco, un isola misteriosa con personaggi tratti da carte di gioco, naufragi, un lungo viaggio alla ricerca della madre, jolly, nani, panini al latte, un piccolo libro, un padre filosofico e molti altri elementi possono sembrare messe lì a caso eppure compongono un puzzle meraviglioso fatto di incredulità e magia, un puzzle chiamato “L’enigma del solitario”.

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“Perché il mondo è diventato un’abitudine. Noi tutti impariamo anni e anni per abituarci al mondo. Basta osservare i bambini, il mondo circostante li colpisce a tal punto che non riescono quasi a credere ai loro occhi, è per questo che continuano a puntare il dito a destra e a sinistra, e a fare domande su qualsiasi cosa capiti loro di vedere. Per noi adulti è diverso. Abbiamo visto tutto tante volte che finiamo col dare la realtà per scontata”

La storia inizia con il protagonista, un bambino chiamato Hans Thomas, e suo “Pater”, così chiamato dal figlio. Loro partono per un viaggio, dalla Norvegia fino ad Atene, alla ricerca della madre che li ha abbandonati otto anni prima. Per tutto il viaggio osserveremo le varie discussioni tra il Pater e Hans Thomas a proposito di numerosi temi filosofici fatte tra una pausa-sigaretta e l’altra. Il viaggio diventa ancora più avvincente quando durante il viaggio arrivano a Dorf, un piccolo villaggio della Svizzera.

Qui Hans Thomas fa la conoscenza di un panettiere che gli regalerà un sacchetto contenente quattro panini al latte: il ragazzo potrà mangiarli tutti a patto che il più grande venga mangiato per ultimo ma soprattutto in completa solitudine. All’interno di quest’ultimo panino, il protagonista troverà un piccolo libro che lo accompagnerà per tutto il viaggio. Così la storia del romanzo si divide in due: da una parte verrà raccontato il viaggio verso Atene e dall’altro l’incredibile storia del piccolo libro fatta di misteri e stranezze. Ognuna delle due storie scorreranno su due binari differenti fino ad incontrarsi in un magnifico finale.

Poiché le mie recensioni sono Spoiler-Free, non parlo di tante cose che si potrebbero dire su questo incredibile romanzo ma tutto si può riassumere con una sola parola: Assurdo. Il lettore verrà travolto e affascinato dai vari misteri che piano piano vengono svelati. Grazie anche ad uno stile molto semplice dell’autore, risulta molto gradevole leggere i vari temi filosofici che vengono toccati: Dio, la nostra esistenza. il significato della vita, l’amore… Da buona amante della filosofia, ho davvero apprezzato come essa viene mostrata e discussa in questo romanzo: non troppo banale ma nemmeno troppo complessa da capire.

I personaggi principali sono il Pater, un padre che cerca di spiegare il mondo, il suo fascino e i suoi numerosi misteri, e Hans Thomas, un bambino che guarda il mondo con semplicità e che non fa altro che porsi domande su tutto quello che ci circonda.

“Pensai anche che, se era importante tenere gli occhi bene aperti sul mondo che ci circonda, nulla comunque era più importante dello stare con una persona cui si vuole bene.” 

Il libro è stato una piacevolissima sorpresa, mi ha molto presa e ho fatto fatica a metterlo giù. Consiglio questo libro a tutti, amanti della filosofia, a quelli che voglio leggere qualcosa di nuovo o che vogliono iniziare a leggere questo tipo di romanzi.

VALUTAZIONE

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