Posted on: 15 Aprile 2021 Posted by: ancoraunaltrolibro Comments: 0

Se il tuo sogno diventasse una meta lontana, saresti pronto a rincorrerlo? Il mondo è poesia, musica e colori per coloro che saranno pronti a sacrificare una parte di sé stessi per poter realizzare i propri desideri.

yuko
Tre colori, tre favole piene di poesia e di emozioni. La prima storia, “Neve”, è bianca e riposante, come la neve e l’Asia che la ispirano. Yuko è un giovane poeta giapponese. Nei suoi haiku sa cantare solo lo splendore e la bianchezza della neve. Soseki è un anziano pittore divenuto cieco che vive nel ricordo di un amore perduto. Neve è una ragazza bellissima. Il suo corpo giace per sempre tra i ghiacci. A legare i loro destini, un filo, disperatamente teso tra le cime di due montagne, come simbolo di un esercizio funambolico impossibile da eseguire. “Il violino nero” è la seconda storia, nera come le note del pentagramma, inquietante come l’atmosfera di una Venezia silenziosa ma percorsa da echi della coscienza e dei desideri. Un giovane genio coltiva l’ambizione di “mutare in musica la propria vita”. Una donna misteriosa esprime in un canto dalle divine sonorità la profonda innocenza della sua anima. Un anziano liutaio ha creato uno splendido violino, nero come gli occhi e la chioma di quella donna. “L’apicoltore”, la terza storia, ha il colore dell’oro come il sogno folle di un giovane che dal Sud della Francia parte per l’Africa. Aurélien cerca in ogni cosa l’oro della vita, ossia la bellezza, la magia, il colore caldo del sole, ed è incantato dalle api, “che possono morire d’amore per un fiore”. Dopo infinite avventure farà ritorno a casa per scoprire dentro di sé il seme di un puro amore per l’unica donna che lo ha da sempre aspettato, piena di fiducia e speranza.

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Salve lettori!

Oggi parleremo di una delle mie ultime letture, ve l’ho già mostrata sul mio account Instagram ma qui ne parleremo più approfonditamente. Sto parlato de “La trilogia dei colori” di Maxence Fermine.

Ho acquistato questa raccolta approfittando della promozione della casa editrice Bompiani. È stata una lettura che ha richiesto poco tempo ma è stata piacevole sotto molti punti di vista.

La trilogia è composta da 3 racconti: Neve, il violino nero e l’apicoltore.

La prima storia ci racconta di Yuko, un giovane uomo giapponese con la passione per l’Haiku, una tipologia di poesia giapponese. Rompendo qualunque tradizione familiare che prevede l’arruolamento nell’esercito o diventare un monaco, Yuko vuole vivere della sua arte. Il padre di Yuko non è felice della scelta e lo manda una settimana in montagna per poter riflettere sul suo futuro ma il ragazzo si rende conto di amare qualcos’altro: la neve. Si innamora della neve e il suo amore per la neve lo trasmette attraverso gli Haiku. Yuko riceve una visita da un maestro della corte Meiji e si accorge che tutti i componimenti del protagonista sono monocromatici. Per abbracciare la complessa arte degli Haiku bisogna padroneggiare tutti i colori, Yuko ci riuscirà?

La seconda storia ha come protagonista Johannes Karelsky, una giovane promessa del violino. Johannes sviluppa un talento prezioso per lo strumento che va oltre ciò che umanamente si possa immaginare e diventa una leggenda del mondo della musica suonando anche per sovrani e altre figure importanti. Con la morte di sua madre, la vita del giovane cambia e cade in un turbinio di tristezza che lo portano ad abbandonare il violino e a dedicarsi all’insegnamento. La sua nuova vita dura poco perché la guerra arriva e lui dovrà abbracciare le armi. L’esercito lo porterà fino in Italia dove Johannes conoscerà un uomo che gli mostrerà il più incredibile dei violini. Cosa ne sarà di Johannes Karelsky? Continuerà a suonare?

La terza ed ultima storia racconta la storia di Aurélien. Aurélien vive a Langlade in Provenza e in quelle terre la più grande ricchezza è la lavanda che suo nonno Léopold coltiva. Il giovane non è molto convinto di ciò, lui ama il colore dell’oro e le api che producono il miele. Il suo sogno però è pronto ad essere distrutto e Aurélien intraprende un viaggio. Abbandonerà davvero il sogno dell’oro? Cosa succederà al protagonista lungo il suo viaggio?

Yuko, Johannes e Aurélien apparentemente sembrano ragazzi diversi e che vivono in terre che non condividono nulla tra loro ma in realtà sono accomunati tutti dallo stesso destino e da un futuro incerto. Hanno tutti e tre un sogno che è ben piantato nelle loro menti e che difficilmente lasceranno andare.

Yuko vuole vivere della sua arte e del suo amore per gli Haiku, Johannes è ossessionato dal violino e della sua idea di voler scrivere il componimento perfetto e Aurélien ha la passione per l’oro. Tutti intraprenderanno un viaggio attraverso le menti e attraverso le loro più intime ossessioni che nonostante tutto non andranno mai via dalla mente. Gli ostacoli saranno presenti e anche di grosse dimensioni ma non andranno via nonostante ciò.

La speranza di ottenere ciò che più si brama è insita nei loro cuori e ci insegna che non esistono difficoltà abbastanza grandi per poter rincorrere il fine che ci si è prefissati ma dobbiamo anche avere nelle nostre menti che ogni scelta ha delle conseguenze. Quando la decisione è stata presa e l’atto eseguito si può solo sperare che la sorte sia dalla nostra parte e che si riesca ad abbracciare quello sprazzo di felicità che ci porta.

La lettura di questo libro ci porta a riflettere sull’importanza dei sogni e dei desideri che spesso diventano ossessioni. È che i sogni sono una ricchezza che spesso ci rendono migliori e le emozioni che provocano i nostri sogni sono come l’oro che Aurélien cercava.

È stata una lettura emozionante ed un viaggio incredibile raccontato dallo stile di scrittura di Fermine che si presenta leggiadro e poetico. Ho apprezzato tantissimo il suo stile, ogni frase sembra un’autentica poesia.

Purtroppo per me non posso definirlo il cosiddetto “libro della vita” ma è stato un libro che mi ha emozionata ed è stata una piacevole lettura.

Nonostante ciò mi sento di consigliarlo davvero di cuore perché merita tutta l’attenzione che gli darete.

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