Posted on: 10 Luglio 2021 Posted by: ancoraunaltrolibro Comments: 0

Salve lettori!
Oggi parleremo di un romanzo molto profondo che mi ha emozionata davvero tanto: La figlia unica di Guadalupe Nettel.

la figlia unica
Laura e Alina si sono conosciute a Parigi quando avevano vent’anni. Ora sono tornate in Messico. Laura ha affittato un piccolo appartamento e sta finendo la tesi di dottorato mentre Alina ha incontrato Aurelio ed è rimasta incinta. Tutto sembra andare per il meglio fino a quando un’ecografia rivela che la bambina ha una malformazione e probabilmente non sopravvivrà al parto. Inizia così per Alina e Aurelio un doloroso e inatteso processo di accettazione. Non sanno ancora che quella bambina riserva loro delle sorprese. È Laura a narrarci i dilemmi della coppia, mentre anche lei riflette sulle incomprensibili logiche dell’amore e sulle strategie che inventiamo per superare le delusioni. E infine c’è Doris, vicina di casa di Laura, madre sola di un figlio adorabile ma impossibile da gestire.

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Ho avuto l’opportunità di leggere questo romanzo grazie ad un gruppo di lettura organizzato su Instagram. Sono incredibilmente felice di averlo fatto poiché penso che questa sia una delle letture più belle e più significative che io abbia fatto quest’anno.

“La figlia unica” è una storia al femminile e l’autrice ci mostra due idee di maternità rappresentate dalle due protagoniste, Laura e Alina.

Laura ha un’idea negativa della maternità e pensa che fare dei figli si sinonimo di sacrificare la propria vita, logora il lato emotivo e fisico delle donne. Laura è in quella categoria di donne che rifiutano la maternità per una maggiore autonomia.

Alina invece confessa a Laura, sua migliore amica, di desiderare tanto un bambino insieme al suo compagno Aurelio. Alina realizzerà il suo desiderio, ma con l’avanzare della gravidanza scopre che la sua bambina non ha speranze di vita a causa di una malattia genetica.

Laura è testimone della condizione di Alina e diventerà sua compagna durante le visite ginecologiche e durante le settimane che precedono il parto. Qualcosa in lei cambia e sviluppa un senso di protezione nei confronti di Inés, la bambina di Alina. Altro evento che farà cambiare idea a Laura è la presenza di Nicolás, figlio della sua vicina Doris. Doris, a causa della sua condizione di depressione non riesce a prendersi cura di suo figlio. Laura trascorrerà molto tempo con il bambino.

Altro dettaglio che si ripete in questo libro è il paragone tra gli umani e gli animali. Sul balcone di Laura si sono stanziati dei piccioni e hanno creato un nido dove hanno deposto delle uova. Le uova si riveleranno essere quelle di un cuculo ma i piccioni le covano e si prendono cura del piccolo in egual modo superando la diversità della specie.

“La figlia unica” è scritto con semplicità e scorrevolezza ma dentro di esso si nasconde un messaggio profondo che almeno una volta nella vita, una donna apprenderà sul concetto della maternità e sulla vita. Ogni individuo è a sé e ognuno affronta una parte della propria vita come decide. La maternità è ricca di dubbi, incertezze, paure e alte aspettative.

Nella storia vengono affrontati altri temi che richiedono sensibilità e precisione come la disabilità, le malattie e la medicina. Proprio questi temi sono tratti con freddezza e schiettezza sempre mostrando un grande rispetto ma anche paure e accettazione.

Gli spunti di riflessione alla base di questo romanzo sono tanti, temi che toccano ognuno di noi. Alina, Laura e Doris ci mostrano come un unico grande tema può essere affrontato in modo diverso e con grande fragilità.

“La figlia unica” è una storia che va letta con il cuore e con il rispetto di chi vive una realtà che per noi può essere diversa. Ovviamente non posso far altro che consigliarne la lettura

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