Posted on: 6 Novembre 2020 Posted by: ancoraunaltrolibro Comments: 0

Durante il periodo estivo la Oscar Vault ha pubblicato il primo volume di una serie che in inglese è chiamata “The Daevabad Trilogy” e sto parlando di “La città di Ottone”. Ho amato particolarmente questo libro tanto da entrare tra i libri più belli letti quest’anno. Mi è piaciuta molto l’ambientazione, i personaggi e alcune figure rappresentate. È una lettura che ho affrontato poco prima dell’uscita grazie al file inviatomi dalla Mondadori stessa. Se siete interessati alla recensione del primo volume in attesa che il secondo venga pubblicato, la potete leggere qui: LINK.

In questo articolo però non parleremo direttamente del romanzo ma di una figura presente del romanzo e che in realtà è già presente in molte storie e culture, in particolar modo nel mondo arabo.

Non ho mai esternato una parte di me che è collegata in qualche modo a questo romanzo ed è la mia passione per l’occulto, esoterismo e demonologia. Adoro leggere libri che parlano di tali argomenti, confrontarmi con persone che hanno la mia stessa passione e informarmi. Non ne ho mai parlato perché il pregiudizio verso questi argomenti purtroppo è ancora molto forte nonostante non siano nocivi per nessuno. Ora qualcuno potrebbe chiedersi: Qual è il collegamento tra “la città di ottone” e determinati argomenti? Facile, i Djinn!

La figura del Djinn è uno degli elementi dalla mitologia araba ed è definito uno spirito parecchio invadente. Questo è chiamato anche demone ma non ha nulla a che fare con i demoni che conosciamo noi e che sono nell’immaginario comune. I Djinn non hanno per forza un’indole malvagia anzi, tra loro sono presenti coloro che hanno un’indole particolarmente buona e per niente nociva. Possiedono poteri soprannaturali e possono essere evocati in riti magici per svolgere vari compiti e servizi.

Si ritiene anche che i Djinn siano esseri molto potenti e invisibili capaci di possedere le persone ed infliggere loro pesanti sofferenze.

In tante culture e storie ci sono testimonianze di incontri tra esseri umani ed entità più o meno rivolte al male. Nel mondo musulmano, le persone credono fortemente nei Djinn poiché è il Corano stesso che afferma la loro l’esistenza. All’interno del testo sacro è presente un capitolo intero in cui si parla dettagliatamente di questi esseri.  

Un Djinn appare come un “genio” che esprime desideri in molti racconti popolari arabi, come quelli del Libro delle Mille e una notte. Essi però conducono una vita molto simile a quella umana: si sposano, procreano, vivono e muoiono. I musulmani credono che sia gli umani che i Djinn siano stati creati per adorare Dio.

Però, per comprendere ancora meglio questa figura bisogna andare ancora più indietro. Nel periodo pre-islamico, i Djinn erano perlopiù malvagi, nascevano dal fuoco e non erano immortali. Hanno il potere di trasformarsi in qualsiasi cosa loro vogliono nonostante siano invisibili. Amano vagare nei deserti e nei territori in cui la natura regna sovrana.

Secondo la leggenda, il re Salomone usava un anello per controllare i Djinn e per avere una protezione da loro. Attraverso questo oggetto rese schiavi i Djinn e li marchiò. Un Djinn non molto fedele al re riuscì ad impadronirsi dell’anello e a sedersi sul trono del Re e a quest’ultimo non restò altro che vagare. In aiuto a Salomone arrivò Dio che riuscì a recuperare l’anello facendolo gettare nel mare così che il vecchio re potesse recuperarlo. Una volta recuperato il trono, Salomone imprigionò il Djinn in una bottiglia.

Con l’arrivo della religione islamica la figura del Djinn è stata del tutto modificata e resa più buona di come era considerata in passato infatti molti di loro divennero di bell’aspetto e dal cuore gentile. Il modo in cui nacquero rimane tale: ossia il fuoco. Inoltre, solo gli animali sono in grado di vederli.

I Djinn erano presenti sulla terra ancor prima della venuta dell’uomo ma il tempo in cui hanno vissuto sul pianeta non è certo. Oggi il luogo in cui queste creature e gli esseri umani si incontreranno è l’inferno. Secondo alcuni racconti è possibile distinguere 3 tipologie di Djinn:

  1. I Djinn che non posso uscire da una determinata zona e vivono in case abbandonate
  2. I Djinn che sanno volare. Molti di questi hanno corpi flessibili e leggeri
  3. I Djinn che acquistano le sembianze di animali in particolar modo animali striscianti, scorpioni, cani e gatti

Anche il profeta Maometto ci parla delle creature avvisando l’uomo di fare attenzione la notte, di tenere le porte chiuse con la chiave poiché questi non sono in grado di aprirle. Bisogna fare attenzione anche agli animali e non ucciderli perché potrebbero essere Djinn che cambiano aspetto. Il profeta però riuscì a convertire loro leggendo il Corano. Ma di natura sono schivi e ingannevoli, esseri che, attraverso l’uso della stregoneria, è possibile metterli a guardia di una tomba. Ed è proprio per questo che le tombe dei faraoni non devono mai essere aperte o il Djinn presente potrebbe infuriarsi e punire coloro che violano lo spazio sacro.