Posted on: 17 Gennaio 2020 Posted by: ancoraunaltrolibro Comments: 0

Salve lettori!
Oggi andremo a parlare di uno dei libri più discussi del 2019 e che io ho amato tantissimo: Il priorato dell’albero delle arance di Samantha Shannon.

LA CASATA DI BERETHNET ha regnato sul Reginato di Inys per mille anni. Ora però sembra destinata a estinguersi: la regina Sabran Nona non si è ancora sposata, ma per proteggere il reame dovrà dare alla luce una figlia, un’erede. I tempi sono difficili, gli assassini si nascondono nell’ombra e i tagliagole inviati a ucciderla da misteriosi nemici si fanno sempre più vicini. A vegliare segretamente su Sabran c’è però Ead Duryan: non appartiene all’ambiente della corte e, anche se è stata istruita per diventare una perfetta dama di compagnia, è in realtà l’adepta di una società segreta e, grazie ai suoi incantesimi, protegge la sovrana. Ma la magia è ufficialmente proibita a Inys. Al di là dell’Abisso, in Oriente, Tané studia per diventare cavaliere di draghi sin da quando era bambina. Ma ora si trova a dover compiere una scelta che potrebbe cambiare per sempre la sua vita. In tutto ciò, mentre Oriente e Occidente, da tempo divisi, si ostinano a rifiutare un negoziato, le forze del caos si risvegliano dal loro lungo sonno.

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Nessuno dovrebbe indurre una donna a temere di non essere abbastanza.

Negli ultimi mesi ho letto tanti romanzi fantasy tra cui questo. Fin dall’annuncio è stato un libro che mi ha incuriosita e quando la Oscar Vault mi ha contattata per leggerlo in anteprima ne sono stata davvero felice. Grazie al file inviatomi sono riuscita a leggerlo in anteprima e in seguito ho acquistato il cartaceo per completare la lettura.

I personaggi che caratterizzano questo romanzo sono davvero numerosi e parlare di ognuno di loro richiederebbe tanto tempo. I principali sono: Ead Duryan, Niclays Roos, Arteloth Beck e Tané. Seguiremo le vicende attraverso gli occhi di questi personaggi e ognuno di loro aggiungerà un particolare che renderà la trama intricata e molto interessante. L’obiettivo principale del romanzo è la sconfitta del Senza Nome. La trama è molto più complessa ed articolata di così ma visto che questa è una recensione Spoiler Free, non aggiungo altro. Ci saranno tante altre sotto trame che lo renderanno molto piacevole.

Il fulcro della storia e motivo per cui succede ogni cosa in occidente è la religione. In occidente vige la religione delle “sei virtù” dove ognuno sceglie il proprio cavaliere e seguirà i suoi insegnamenti per tutta la vita. A capo della religione c’è “Il Santo” e la Donzella Cleolind. Questa religione non vige su tutti i territori e non tutti pensano che le vicende siano andate proprio come raccontano, ci saranno molteplici versioni e tra capovolgimenti e scoperte, il lettore sarà guidato verso le verità.

Il world-building non è innovativo e presenta delle somiglianze con molti altri romanzo dello stesso genere. Il romanzo presenta le solite classi sociali: La nobiltà, la borghesia, cavalieri e il popolo.

Sono presenti personaggi che utilizzano la magia. Quest’ultimo è un dettaglio che avrà rilevanza e che io reputo assolutamente originale, un sistema magico differente dal classico. Saranno presenti creature fantastiche già esistenti nel mondo fantasy e nella tradizione orientale come i wyrm e i draghi ma anche di personaggi di fantasia dell’autrice come lo stupendo Aralaq (vorrei tanto averne uno!) che è un icneumone.

I personaggi che più mi sono piaciuti sono: Ead Duryan e Tané. Sono due personaggi femminili di grande spessore per la storia. Ead avrà il compito di Proteggere Sabran, regina di Virtudom in occidente mentre Tané è una guerriera che sogna di entrare nel club Miduchi e cavalcare un drago. Sono entrambe donne molto risolute e forti, capaci di intraprendere avventure che metteranno in serio pericolo la loro vita ed entrambe hanno una storia di sofferenza e bugie alle spalle.

Un dettaglio del romanzo che io ho apprezzato molto è il modo in cui è trattato il mondo LGBT. Nella storia ci sono ben due coppie omosessuali (leggere per scoprirle!) e in entrambi i casi sono trattate con molta naturalezza e, da parte di tutti personaggi, senza alcun pregiudizio. Le coppie eterosessuali e le coppie omosessuali sono trattate nello stesso modo dall’autrice e io lo reputo un dettaglio su cui fermarsi a pensare.

Altro dettaglio su cui vorrei soffermarmi è l’utilizzo della violenza. In tutta la storia sono presenti scene violente ma non in modo eccessivo e non casuale, ogni scena del genere è utilizzata nel giusto modo e nella giusta dose in modo da mettere d’accordo sia coloro che amano queste scene e quelle che invece le detestano. Io personalmente ho apprezzato la presenza di quelle scene.

Un dettaglio positivo che salta all’occhio è il modo in cui è scritto. Il romanzo conta ben 800 pagine ma scorrono via in una facilità che sorprende. Ogni personaggio è ben caratterizzato ed ognuno ha un dettaglio che lo rende unico: ognuno ha il proprio pensiero, la propria personalità che avrà influenza su tutta la storia.

Ciò che invece mi ha fatta storcere un po’ il naso è il finale. È scritto velocemente e senza soffermarsi su alcuni dettagli che avrei trovato molto interessanti.

Saremo anche giovani e insignificanti, ma i nostri principi scuoteranno il mondo intero

Senza ombra di dubbio, ho amato da morire questo romanzo. Quando ho finito di leggerlo, mi ha lasciata un vuoto grande quanto la sua mole! Io lo consiglio vivamente a chiunque abbia voglia di leggere un romanzo dalla trama consistente e ben articolata ma che non ha paura del numero di pagine.

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