Posted on: 31 Gennaio 2020 Posted by: ancoraunaltrolibro Comments: 0

Salve lettori!
Il libro di cui andremo a parlare oggi è stata una delle mie ultime letture, un romanzo particolare e riflessivo, pieno di personaggi surreali ma interessanti. Il titolo del romanzo è: I viaggi segreti di Carlo Rossmann di Elena Corti.

Ringrazio di cuore l’autrice per avermi inviata una copia del suo romanzo!

carlo
Carlo Rossmann è archivista di un ente pubblico. Trascorre le sue giornate immerso nella penombra del seminterrato, tra migliaia di faldoni gonfi di carte ufficiali. È un uomo schivo, molto riservato, e quando è alla sua scrivania si sente al riparo dalle insidie del mondo esterno. Carlo è abituato alla solitudine, sia sul lavoro, dove non ricorda nemmeno il volto dei colleghi, sia a casa, dove vive in compagnia del suo adorato gatto. Poche parole, pochi incontri, tra cui l’indiscreta anziana dirimpettaia che passa le giornate spiando tutti i condomini, le loro abitudini. Un giorno, inaspettatamente, Carlo viene licenziato. Inizia così la sua personale epopea alla ricerca di un nuovo posto di lavoro. Lontano dalle scaffalature ingombre dell’archivio, via dal suo abituale rifugio, lo attende un mondo variegato e per lui folle e incomprensibile, fatto di personaggi bislacchi e pittoreschi. Da animatore per le feste a impiegato per un’azienda farmaceutica, da cameriere a dipendente del cimitero comunale, l’ingenuo protagonista di questo romanzo grottesco e surreale si ritrova coinvolto in una serie di avventure rocambolesche e colpi di scena inattesi. Fino all’epilogo.

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Il suo ventre accoglieva un popolo sconosciuto che galleggiava sulle strade, muovendosi come un fantasma avvolto dall’oscurità, tradito solo dalla brace delle sigarette che si accendeva ad intermittenza, vagando senza una meta e senza una strada, come perduto.

Ho impiegato davvero poco tempo per leggere questo romanzo e mi è piaciuto davvero tanto. È un romanzo ricco di significato ma soprattutto ci mostra ciò che noi viviamo tutti i giorni e non vediamo, non ci rendiamo conto del cambiamento della società e del pensiero che si instaura. Questo pensiero che ci fa marcire dall’interno e ci rende prigionieri di una vera e propria catena.

Il protagonista di questo romanzo è Carlo Rossmann, un uomo piuttosto abituale e che ama il suo lavoro da archivista perché gli permette di fare una vita solitaria e priva di contatto con chiunque. Lui vive con il suo amato gatto, Rufus. Rufus è la sua famiglia e gli fa compagnia durante le serate in cui si immerge nella lettura. Quelli sono i momenti preferiti di Carlo.

La vita del protagonista verrà stravolta a causa del licenziamento. Da qui partiranno una serie di eventi grotteschi che strapperanno un sorriso ma faranno anche riflettere. Carlo scoprirà che il mondo del lavoro è ai limiti dell’umano in cui si richiedono delle competenze eccessivi per mansioni molto semplici. Inizierà a lavorare come promoter in un supermercato, lavorerà per una ditta farmaceutica, in un fast food, in una catena di montaggio e in un cimitero.

In ogni lavoro in cui si cimenterà Carlo, sono presenti personaggi ai limiti dell’assurdo e sopra le righe. Qui si innesca una riflessione sul mondo lavorativo: nel mondo contemporaneo il lavoro ti priva di personalità, è più importante il profitto che la persona ma soprattutto è più importante l’immagine che si vuole dare rispetto al reale contenuto. Per compiere anche i più semplici ed umili lavori sono richieste eccessive competenze. Un chiaro esempio lo troviamo quando il protagonista inventerà delle competenze in campo economico e linguistico per un lavoro da distruggi-documenti.

Il punto più riuscito di questo romanzo è la descrizione dei personaggi. È stato molto divertente leggere le strane abitudini e manie di ogni singolo personaggio, dai datori di lavoro eccessivamente “esaltati” dalle dipendenti con la mania delle pulizie e infine di personaggi che ti spingono ad elogiare potenti per poter avere benefici nel lavoro.

Viene mostrato il compito delle multinazionali e dei loro scopi. Macchine di lavoro “illegali” che spingono alla “spersonalizzazione” di un individuo pronto ad inghiottirlo per poter ricavare il massimo profitto con il minimo sacrificio.

L’autrice utilizza un tono ironico che si va ad assottigliare man mano che ci si spinge verso la fine. Altro punto che io ho trovato molto interessante sono gli intervalli in cui Carlo comunica con la sua coscienza. In queste pause riusciremo a comprendere meglio la psicologia del protagonista. Il finale è la ciliegina sulla torta ed è stata la mia parte preferita proprio perché tra quelle pagine si comprende il reale significato di tutto il romanzo.

Attorno a loro le strade di terra battuta erano quasi del tutto deserte, le attrazioni giacevano immobili come animali preistorici mummificati dentro a un museo, e le luci e la musica si perdevano in tutta quella desolazione, come inghiottite dal silenzio.

Ho amato davvero tanto questo romanzo, mi è piaciuto così tanto che ho avuto difficoltà a metterlo giù perché ero spinta dalla curiosità di voler sapere dove si voleva spingere l’autrice e i personaggi. Sono andata avanti a leggerlo fino a notte fonda! È un romanzo ben scritto e ben strutturato, non ha nulla da invidiare ad altri romanzi di narrativa moderna. Consiglio vivamente l’acquisto e la lettura!

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