Posted on: 1 Agosto 2019 Posted by: ancoraunaltrolibro Comments: 4

Salve lettori!

Era da un po’ che non scrivevo articoli per questa rubrica ma navigando in internet, mi è capitato di leggere un articolo in cui si parlava del fatto che in Italia, i lettori sono molto pochi e soprattutto che i giovani non vogliono imparare e né leggere.

Questo è uno dei tanti argomenti che molto spesso troviamo sui giornali, sulle riviste, online quindi non voglio parlare dell’argomento in sé ma alla mia esperienza riguardante il mondo dei lettori.

Ogni anno, a fine dicembre, l’Istat pubblica un rapporto sulla lettura di libri in Italia. L’ultima pubblicazione risale al 27 dicembre 2018 e si riferisce ai dati del 2017:
«La quota più alta di lettori si riscontra tra i ragazzi di 11-14 anni. Il 12,7% è un lettore “forte”, ossia legge almeno un libro al mese. Tra i lettori “forti” anche le persone da 55 anni in su, che mostrano le percentuali maggiori: 16,5% tra i 55 e i 64 anni e 17,4% tra gli over65.
L’abitudine alla lettura si acquisisce in famiglia. Tra i ragazzi di 11-14 anni legge l’80% di chi ha madre e padre lettori e solo il 39,8% di coloro che hanno entrambi i genitori non lettori.»

[ILSOLE24ORE]

I dati sono preoccupanti, nulla da dire, ma nell’articolo si legge che sono proprio gli insegnanti a lamentarsi degli alunni e del fatto che non vogliano né leggere e né apprendere. Purtroppo non tutti gli insegnanti sono così e non tutti invogliano alla lettura.

Io su questo, per mia esperienza, ho qualcosa da dire. Adesso ho quasi 23 anni e ad ottobre frequenterò il terzo anno di università e come tutti, ho frequentato le scuole medie ed elementari. La mia passione per la lettura nasce durante gli anni delle scuole medie quando trovai nella libreria dei miei genitori il libro di “Alice nel paese delle meraviglie”. Durante quel periodo, nessun insegnante mi ha spinta a leggere nonostante portassi sempre un libro con me e leggevo durante i 15 minuti di ricreazione.

Durante gli anni di liceo l’esperienza è stata peggiore. Io ho frequentato un liceo linguistico, dove le persone, alunni ed insegnanti, dovrebbero invogliare maggiormente gli alunni a leggere proprio per apprendere la lingua ma questo non è mai stato fatto. Ogni giorno portavo nel mio zaino un romanzo con me in modo che io potessi leggerlo durante la ricreazione, nel cambio d’ora o in qualsiasi momento in cui mancava un professore. Per questo, sono stata sempre presa in giro sia da alunni che da insegnanti. Dagli insegnanti sono stata etichettata come “la ragazza che legge Stephen King” perché molto spesso i romanzi che leggevo erano proprio scritti da quell’autore. Dai miei compagni di classe venivo etichettata sempre come “asociale” e strana perché per me la lettura non è mai stata un compito o qualcosa che dovessi fare per forza ma leggere è sempre stata una mia scelta consapevole.

Non c’è nulla di male in quella etichetta, a me non ha mai dato fastidio ma la presa in giro per la mia passione per la lettura, questo si.

Ho voluto raccontare la mia esperienza in fatto di lettura e scuola proprio per mostrare una realtà diversa, una realtà in cui sono gli stessi insegnanti che si lamentano ma non invogliano i ragazzi alla lettura e all’apprendimento. Fortunatamente, la lettura per me è sempre stato un rifugio, non ho mai pensato di chiudere un libro e non leggere più per le prese in giro però sicuramente non è un comportamento che bisogna tenere se vuoi portare una qualsiasi persona alla lettura.

Bisognerebbe insegnare che aprire un libro non significa “fatica” ma piacere, che all’interno dei libri si possono imparare cose che il mondo esterno non può insegnare. Ma soprattutto leggere rende una persona migliore, una persona che ha maggiore consapevolezza di ciò che accade e, perché no, un modo per rilassarsi in modo istruttivo.

Durante i miei anni di scuola, sono stata vittima di persone che si vantavano di non leggere libri… Io spero sempre che nessuno segua questo esempio. I libri sono un bene prezioso e, forse non in modo economico, hanno un valore inestimabile. Ho sempre pensato che chi non ama leggere, non ha trovato il libro giusto.

Leggete, leggete sempre, ogni volta che potete perché un libro può essere un amico fidato e può rimanere dentro per il resto della vita.

Detto questo, io vi auguro un buon proseguimento di giornata. Se vuoi raccontarmi la tua esperienza riguardo la lettura e il mondo dei lettori in italia, puoi scrivermi sul mio profilo instagram o commentare qui sotto e perché no, potrei racchiudere i vostri pensieri e mostrare il reale mondo dei lettori!


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4 People reacted on this

  1. In un mondo in cui la cultura, a livello pratico, non serve (tranne rarissimi casi), è sempre più comodo optare per il rimanere beceri ignoranti, facendo crescere i figli allo stesso modo.
    (Sono stato troppo diretto?)

    1. Diciamo che sono d’accordo a metà. È sicuramente molto più comoda l’ignoranza ma credo che anche nell’approccio con gli altri e quindi a livello pratico, una certa cultura è sempre visibile.

  2. mi sono riconosciuta molto nella tua descrizione, anche se avendo fatto un liceo scientifico era forse visto come ancora più strano il fatto che ad ogni cambio di ora io tirassi fuori un libro! Detto ciò però non ero affatto l’unica nella mia classe, ma chià perchè ho sempre trovato più femmine che maschi nella mia stessa situazione…
    A livello scolastico i miei professori, specialmente quella di italiano, ci invogliavano a leggere però sempre autori un po’ “datati” e che non attiravano la mia attenzione, anzi.. sono stata più volte ripresa ed è stato riferito ai miei genitori che non avevo un bagaglio culturale abbastanza ampio e che dovevo leggere cose più di spessore secondo loro. Io resto del mio parere che finchè si legge quello che piace e lo si fa volentieri non bisognerebbe criticarlo in modo negativo, ma piuttosto far conoscere ai ragazzi di oggi sia temi di attualità che grandi autori del passato magari cercando di contestualizzarli in modo da non farli risultare pesanti.

    grazie intanto del tuo pensiero e di averlo condiviso con tutti noi!

    1. Grazie a te per aver condiviso la tua esperienza. Purtroppo molte persone, soprattutto i professori, ritengono che gli scrittori ritenuti “classici” siano migliori degli scrittori contemporanei. In realtà non credo che sia proprio così, basta fare i nomi di Haruki Murakami, Jostein Gaarder… Questi sono autori che insegnano, per me è stato così.

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