Salve a tutti! Nella recensione di oggi andremo a parlare di una delle mie ultime letture fantasy: “Gli occhi del re” di Giulia Nurchis.
Ringrazio l’autrice per avermi inviato la copia cartacea
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“Gli occhi del re” è uno degli ultimi romanzi fantasy che ho concluso, una lettura che ha tratti ho apprezzato e altri di meno, tutti elementi di cui andrò a parlare. Un romanzo che è ispirato molto all’antica Grecia, dettaglio che ho apprezzato non poco!
Questo romanzo racconta le vicende di Aighas, un giovane principe ripudiato quando era piccolo dal proprio padre e accolto nella corte di Re Eiro. Qui crescerà insieme al figlio del re, Salai, fino a diventare un prode guerriero. Egli farà un duro addestramento che gli tornerà utile quando il Re a capo dei barbari decide di spezzare l’equilibrio di questo mondo.
In “Gli occhi del re” non si parla solo guerra. Aighas affronterà anche amicizia, amore, lealtà e vendetta che lo aiuteranno a crescere, diventare una persona migliore. Questo è un elemento che ho apprezzato e non: affrontarli ha permesso di conoscere il protagonista molto meglio ma la prima parte è stata un po’ lenta a parere mio. Ovviamente è una questione di stile e gusti, sono sicura che molti non saranno d’accordo. Però se la prima parte l’ho trovata lenta, la seconda l’ho trovata più vivace e più coinvolgente fino ad arrivare di un epilogo sorprendente.
Come già ho accennato prima, il romanzo è ispirato all’antica cultura greca. Questo è un elemento che mi è piaciuto molto perché l’ho sempre adorata. L’autrice è stata molto brava e ha decritto perfettamente tutti gli elementi che mi hanno permessa di immergermi in questa cultura tanto bella quanto a tratti cruda.
Aighas è un protagonista che mi è piaciuto, un protagonista che non si è mai tirato indietro e che ha sempre cercato di cambiare ciò che non andava nella società in cui viveva. Salai, il suo miglior amico e principe, è una spalla perfetta, sempre pronto ad aiutare il protagonista. Purtroppo con tutti gli altri non sono riuscita ad entrare in sintonia, più di tutti Ikaride. Quest’ultimo è un personaggio che a tratti ho trovato fastidioso.
In conclusione, tolte le cose che reputo molto soggettive, è un buon libro che vale la pena leggere!
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