Posted on: 10 Novembre 2020 Posted by: ancoraunaltrolibro Comments: 0

Salve lettori!

Finalmente nelle librerie sarà presente, dal 17 novembre, il primo volume della saga “The Locked Tomb”, Gideon The Ninth. Un libro che attendevo da tantissimo tempo e non vedo l’ora di poterlo avere in italiano tra le mani.

Dall’impazienza ho già acquistato la serie in inglese sia il primo che il secondo volume ma averlo in italiano sarà molto più entusiasmante.

Ma di cosa parla “Gideon La nona”?

[Di un Impero che si regge su nove case, ciascuna insediata su un diverso pianeta e votata a un particolare aspetto della necromanzia. Gli abitanti dell’Impero viaggiano nello spazio e praticano arti magiche fondate sul potere della morte. La Nona Casa è la più lugubre: le sue adepte si definiscono suore, vestono di nero e sono custodi della morte, perché il loro pianeta ospita una tomba che non può essere aperta. È lì che vive Gideon, un’orfana che forse proviene da un altro pianeta. In un crescendo di colpi di scena, enigmi, dialoghi caustici e macabri exploit, Gideon si trova letteralmente al centro di una trama che potrò determinare il futuro dell’Impero e della negromanzia.]

Una trama davvero entusiasmante per gli amanti del genere, me compresa che sono letteralmente in ansia! Ma purtroppo non siamo qui per parlare del romanzo in sé.

La settimana scorsa sul mio profilo instagram ho pubblicato un post collegato all’occulto ed è stato apprezzato. Questo mi ha resa molto felice perché mi dà la possibilità di poter condividere una parte di ciò che amo con chi mi segue. Oggi vorrei fare la stessa cosa e proporvi un altro argomento simile ma collegato al romanzo “Gideon”. L’argomento in questione è la necromanzia ma in relazione con la negromanzia.

Molto spesso guardando su internet oppure chi è particolarmente amante del mondo fantasy e horror incontra la parola necromanzia. Cosa ancora più frequente è la confusione che si fa con la negromanzia. Si tende a pensare che la negromanzia e la necromanzia siano la stessa cosa ma in realtà non lo sono e adesso andremo a vedere perché.

necromanzia

Con la parola necromanzia si intende una delle più antiche forme di ritualità che ha come oggetto d’indagine le vicende future. Essa è collegata alle pratiche spiritiche ed è tutt’ora in auge. Consiste nell’evocare le anime dei morti per poterle consultare e farsi rivelare i segreti delle cose a venire.

La negromanzia è definita “arte nera” ossia l’utilizzo della cosiddetta magia nera e l’invocazione dei demoni per scopi più o meno malevoli. In questo caso dipende dalla visione del praticante.

La parola “necromanzia” deriva dal greco Necro che significa morto mentre la pargola “negromanzia” deriva dal latino Niger che significa nero, oscuro.

La necromanzia è una pratica estremamente antica e fu molto popolare nell’antica Grecia. La prima e una delle opere più importanti che menziona l’esistenza della negromanzia è l’Odissea di Omero. Questo poema epico greco descrive le avventure dell’eroe Odisseo o Ulisse. Dopo la caduta di Troia, Odisseo viaggiò per dieci anni sulla via del ritorno a Itaca, prendendo parte a molteplici avventure e sopravvivendo a numerosi pericoli. Ad un certo punto Odisseo non è più in grado di trovare la via per Itaca e consulta la maga Circe che viene iniziato a dei rituali per comunicare e raggiungere lo spirito di Tiresia. Il simbolo della discesa negli inferi presente nell’Odissea, noto come Catabasi, è descritto in molteplici altri poemi ed epopee greche.

L’arte della necromanzia è molto più antica di ciò: lo sciamanesimo. La tradizione sciamanica è incentrata sul carisma dello sciamano, un personaggio scelto dagli spiriti che funge da mediatore tra il regno medio degli umani, il regno superiore, dove risiedono gli alti spiriti, e il regno inferiore, la casa dei morti, così come gli dei, i demoni e i mostri degli inferi.

Per quanto riguarda la negromanzia, ossia l’utilizzo della magia nera, il discorso è ben diverso. Nel corso del tempo la magia ha perso il valore sacro a cui era predisposta nei popoli antichi e si è dilatata in pratiche rituali che, distorcendo l’imposizione primaria, hanno utilizzato gli incantesimi con l’intento di raggiungere scopi illeciti, soddisfare particolari interessi, colpire subdolamente avversari oppure ottenere successi e favori a qualunque costo. Si scatenarono le più accese e pericolose passioni umane, in una ridda di riti macabri tra il mito e la realtà, il folclore e la superstizione, il fanatismo e l’ignoranza.

Per avere un’idea ancora più completa sull’argomento ci tengo a specificare che in realtà la magia è sempre e solo unica, ciò che cambia non sono le pratiche ma bensì lo scopo che ha il praticante a renderla bianca o nera.

Come si può ben notare, sono due pratiche diverse o meglio due pratiche che nel tempo sono diventate complementari tanto da essere intese come un’unica cosa. In realtà la differenza non è netta ma si tratta in ogni caso di pratiche diverse con scopi diversi.

Detto ciò, la confusione da dove nasce?

In realtà negli anni ho compreso che la confusione può nascere da ben due pensieri:

La prima è una cattiva traduzione della parola inglese “necromancer” facendo intendere che la negromanzia e la necromanzia in realtà siano due pratiche complementari.

La seconda idea che avrebbe portato confusione negli anni è da ricercare nella storia poiché non pochi libri di occulto non accennano ad alcuna divisione. Per comprendere questo punto bisogna andare indietro al periodo medievale dove la confusione nasce proprio con la presenza della religione cattolica. L’idea cattolica è che solo Dio può chiamare un defunto dall’aldilà. Di conseguenza il praticante doveva necessariamente ricorrere a pratiche che prevedevano una presenza demoniaca. Di conseguenza, la negromanzia e la necromanzia iniziarono a fondersi diventando perlopiù pratiche complementari. Gli autori medievali stessi utilizzavo queste due parole come sinonimi.

Spero che l’argomento sia stato il più chiaro possibile nonostante il fatto di non essere scesa in particolar modo nei dettagli poiché avrebbe causato solo un allontanamento dal fulcro del discorso. Questi sono argomenti per me sempre molto affascinanti e spero che da parte di chi mi segue possa ritenerlo in egual modo interessante.