Posted on: 31 Luglio 2021 Posted by: ancoraunaltrolibro Comments: 0

Una coperta apparentemente normale ma che nasconde qualcosa. L’improvvisa morte della figlia. Una famiglia che si spezza. Uno stranissimo bambino che stravolge la vita di chi incontra. Strani eventi sovrannaturali. Tanti gli elementi che compongono queste due brevissime storie dell’orrore. Il titolo del libro è “Blanky/Sour Candy” di Kealan Patrick Burke.

“Blanky ” – Trama
In seguito alla tragica morte della figlia piccola, Steve Brannigan fatica a rimettere insieme i pezzi. Separato dalla moglie, che si rifiuta di vivere nella casa dove è successo l’impensabile, e incapace di lavorare, cerca sollievo in una sequenza infinita di vecchie sit-com e nel bourbon. Finché, una notte, sente un rumore dalla cameretta che era della figlia, una stanza ormai spoglia di qualsiasi cosa la identificasse come sua… a parte la copertina affettuosamente chiamata Blanky. Blanky, vecchia e logora, con il suo obsoleto patchwork di coniglietti cuciti malamente, e i cui bottoni neri paiono tanti occhi che sembrano fissare chi li guarda… Blanky, acquistata da uno strano signore anziano a un banchetto di antiquariato che vendeva “Abittini Bebè” scontati. La presenza di Blanky nella cameretta della figlia morta non preannuncia altro che un incubo ineffabile, che minaccia di spegnere quel poco di luce ancora rimasta nel mondo infranto di Steve. La figlioletta amava così tanto Blanky… Steve aveva seppellito la copertina insieme a lei.
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Sour Candy – Trama
A un primo sguardo, Phil Pendleton e suo figlio Adam sono un padre e un figlio come tanti, non diversi dagli altri. Fanno passeggiate insieme al parco, visitano fiere, musei e zoo e mangiano davanti al lago. Si potrebbe dire che il padre è un po’ troppo accomodante, vista la mancanza di disciplina quando il bambino perde le staffe in pubblico. Si potrebbe dire che vizia suo figlio, concedendogli di mangiare caramelle quando gli pare e di andare a letto agli orari che preferisce. Si potrebbe anche dire che tanta indulgenza comincia a pesargli, visto il modo in cui la sua salute è peggiorata. Quello che nessuno sa è che Phil è un prigioniero, e che fino a un incontro fortuito in un negozio, avvenuto poche settimane prima, non aveva mai visto il bambino in vita sua.

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Salve a tutti! Nella recensione di oggi parleremo di due storie brevi racchiuse in un unico volume pubblicato dalla NUA, che ringrazio per la copia cartacea.

Il libro, come scritto prima, è composta da due storie: Blanky e Sour Candy. Due storie molto diverse tra loro, una dove si affronta il lutto di una figlia persa prematuramente, l’altra l’incontro con un bambino stravolgerà la vita del protagonista.

La prima storia è Blanky. Blanky è una coperta acquistata in occasione della nascita della loro prima figlia, una normale coperta acquistata da un venditore di strada. Ma normale solo all’apparenza: strani eventi saranno collegati con essa.

“Blanky” è la storia che tra le due ho più preferito. Seppur in alcuni punti scorre molto lentamente per un eccessivo uso delle descrizioni, la storia è abbastanza inquietante come dovrebbe essere. La follia raccontata dal protagonista dal perdere la figlia e poi lasciarsi dalla moglie, è trasmessa davvero bene. Il racconto è in prima persona.

Più di tutto, il finale mi ha davvero sorpresa. È stata davvero una bella sorpresa, una storia partita in modo tale da sembrare dovesse prendere la strada della classica storia horror con morte e follia. Ma sul finale spiazza.

La seconda storia è intitolata “Sour Candy”. Questa ha l’effetto contrario della prima, partita con buone premesse ma che a parere mio si perde molto nel finale. La storia parte con Phil, il protagonista, in un supermercato. Qui l’incontro con uno strano bambino e sua madre.

Se in un primo momento, Phil non presterà particolare attenzione, è con l’incidente verso casa che la sua vita inizierà a cambiare. A scontrarsi sarà proprio con la madre del bambino. Sarà solo con l’intervento dei soccorsi che scoprirà che il bambino al supermercato è suo figlio.

Incredulo dalla notizia appresa, Phil inizierà a sospettare di un trauma che gli avrebbe fatto perdere la memoria. Ma qualcosa non torna. È davvero suo figlio? Nonostante le foto, Phil non ci crederà fino all’ultimo. Avrà ragione?

“Sour Candy” è una storia horror che ho trovato davvero molto semplice. Non ho trovato particolari colpi di scena o situazioni che mi abbiano fatto gridare “wow”. Una storia che scorre lineare dalla prima all’ultima pagina.

In questo secondo racconto lungo è anche visibile un miglioramento dell’autore, con uno stile diverso, più scorrevole rispetto al primo.

“Blanky” e “Sour Candy” sono due racconti horror, uno che ho apprezzato e l’altro un po’ meno. Due racconti che si lasciano leggere molto volentieri ma che non griderete al capolavoro. Sicuramente intrattengono.

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