Posted on: 25 Aprile 2019 Posted by: ancoraunaltrolibro Comments: 0

Salve lettori! Oggi andremo a parlare di un romanzo famosissimo ma che ho avuto l’occasione di leggere solo una settimana fa. Questo è uno di quei libri che ho sempre avuto nella libreria ma che non ho mai aperto e adesso posso affermare di non essermi pentita di averlo lasciato lì per tutto questo tempo. Il romanzo di cui sto parlando è “L’alchimista” di Paulo Coelho

alchimista
TRAMA: Ne è protagonista Santiago, un giovane pastorello andaluso il quale, alla ricerca di un tesoro sognato, intraprende quel viaggio avventuroso, insieme reale e simbolico, che al di là dello Stretto di Gibilterra e attraverso tutto il deserto nordafricano lo porterà fino all’Egitto delle Piramidi. E sarà proprio durante il viaggio che il giovane, grazie all’incontro con il vecchio Alchimista, salirà tutti i gradini della scala sapienziale: nella sua progressione sulla sabbia del deserto e, insieme, nella conoscenza di sé, scoprirà l’Anima del Mondo, l’Amore e il Linguaggio Universale, imparerà a parlare al sole e al vento e infine compirà la sua Leggenda Personale. Il miraggio, qui, non è più solo la mitica Pietra Filosofale dell’Alchimia, ma il raggiungimento di una concordanza totale con il mondo, grazie alla comprensione di quei “segni”, di quei segreti che è possibile captare solo riscoprendo un Linguaggio Universale fatto di coraggio, di fiducia e di saggezza che da tempo gli uomini hanno dimenticato.

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“L’amore non significa essere immobile come il deserto, né scorrazzare per il mondo come il vento, né vedere tutto da lontano. L’Amore è la forza che trasforma e migliora l’Anima del Mondo.”

Allora, parto dal dire che ho idee abbastanza contrastanti su questo romanzo. Il protagonista di questo romanzo è Santiago, un ragazzo che ha scelto di lasciare il seminario per poter fare il pastore e viaggiare. Durante il suo viaggio insieme alle sue pecore, incontra un re e questo lo incita a realizzare la sua Leggenda Personale e la ricerca di un tesoro che tormenta i sogni di Santiago.

Lui vende le sue pecore e parte per l’Africa e con non poche difficoltà, continua il suo viaggio lì. Per racimolare il denaro che gli serve per raggiungere le piramidi, luogo presunto in cui è nascosto il tesoro, lavora in un negozio di cristalli e grazie a lui, il negozio inizierà a vendere sempre di più e, di conseguenza, gli permette di guadagnare tante monete.

Santiago lascia il negozio e decide di partire per il deserto alla ricerca delle piramidi. Dopo diversi giorni, arrivano nell’oasi. Qui il ragazzo incontra Fatima, una ragazza del deserto di cui si innamora perdutamente ma dettaglio ancora più importante, incontra il vecchio alchimista che è il personaggio più importante della storia. L’alchimista attraversa il deserto insieme a Santiago e gli insegna ad ascoltare il suo cuore e a cogliere tutti i segnali del mondo. Gli parla della Grande Opera e della Pietra filosofale ma ad un certo punto, il ragazzo è costretto a continuare da solo la ricerca del tesoro.

“Gli uomini sono artefici del proprio destino: possono commettere sempre gli stessi errori, possono fuggire costantemente da ciò che desiderano, e che magari la vita gli offre in modo generoso; oppure possono abbandonarsi al destino e lottare per i propri sogni accettando il fatto che si presentano sempre nel momento giusto.”

Questo romanzo è raccontato come una sorta di favola molto semplice mista a pensieri filosofici. Andiamo a parlare dei punti positivi e negativi di questo romanzo:

I punti positivi sono: la scrittura, Coelho riesce ad esprimere concetti filosofici attraverso un linguaggio molto semplice. Altro punto positivo di tutta la storia sono i concetti e gli argomenti trattati durante il viaggio di Santiago. Troviamo temi importanti come il raggiungimento di un fine, la realizzazione dei propri sogni, il cogliere i segnali che spesso non riusciamo nemmeno a vedere. Questi tipi di concetti li trovo molto motivanti e positivi.

Però, adesso andremo anche a parlare dei punti che a me non sono piaciuti. Il punto negativo per me è proprio la storia. Nonostante la brevità del romanzo, ho fatto molta difficoltà a terminarlo perché proprio non riusciva a catturare la mia attenzione. L’ho trovato estremamente noiosa e poco allettante. E’ una storia lenta e priva di qualsiasi fattore che invoglia a leggere il lettore.

Sinceramente, avevo aspettative un po’ alte per questo romanzo visto la fama e ne sono rimasta molto delusa. È una lettura che non consiglio a chi cerca un romanzo di suspance o colpi di scena poiché questo romanzo ne è sprovvisto. Ma per tutti quelli che amano il genere filosofico, può essere una lettura breve e piacevole.

VALUTAZIONE

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