Posted on: 17 Luglio 2020 Posted by: ancoraunaltrolibro Comments: 0

Salve lettori!
Chi nella vita non è si è mai catapultato nel paese delle meraviglie insieme ad Alice almeno una volta? Tutti noi immaginiamo e pensiamo che quella bambina dalla lunga chioma bionda e dal vestitino azzurro facciano si che il libro sia perfetto per gli adulti. Anche io l’ho letto da bambina ma non ho compreso i reali significati che c’erano dietro al libro. Oggi voglio dimostrarvi i motivi per cui non è un libro per bambini. Andiamo a vedere!

1. Non è un libro d’infanzia ma un libro che tratta l’infanzia

Molti fanno l’errore di trattare questo romanzo come un romanzo per bambini anche se probabilmente un bambino non capirebbe mai la filosofia che c’è dietro tutta la storia e il vero significato della faccenda. “Alice nel paese delle meraviglie” non è per l’infanzia ma tratta il tema dell’infanzia e di come attraverso la confusione lei pone fine alla sua. È nostalgico e triste, sentimenti che si possono comprendere solo quando si è adulti ripensando ai ricordi di quando era felice e spensierato proprio come un bambino

 “A che serve un libro senza dialoghi né figure?” 

2. L’importanza del tempo

Il tempo è un concetto fondamentale in tutta la storia e se ne fa cenno durante l’ora del tè del Cappellaio Matto, a parer mio uno dei personaggi più affascinanti. Proprio in quel momento viene spiegato che il concetto del tempo e di come questo sia puramente adulto: sono loro che si preoccupano che nel tempo si possa rimanere a bocca asciutta e si cerca di combatterlo ma non avendo alcuna possibilità di vittoria.

“Povero me! Povero me! Arriverò in ritardo!”

3. Anche se sembrano semplicemente buffi, i personaggi sono rappresentazioni di adulti

Credo che non tutti abbiano notato di come i personaggi principali che Alice incontra sono delle vere e proprie rappresentazioni del mondo adulto. Il bianconiglio va sempre di fretta, è sempre impegnato anche se i suoi impegni non si sa mai quale sono ed è stressato. Il Brucaliffo è spesso scontroso e poco incline alla socievolezza ma nello stesso tempo è estremamente saggio. La regina di cuori rappresenta la rabbia e di come si risolvono i problemi di netto dandogli un taglio.

“Allora dovresti dire quello a cui credi”, riprese la Lepre Marzolina.

“È quello che faccio”, rispose subito Alice; “almeno credo a quello che dico, che poi è la stessa cosa.”

“Non è affatto la stessa cosa!”, disse il Cappellaio. “Scusa, è come se tu dicessi che vedo quello che mangio è la stessa cosa di mangio quello che vedo!”

4. La ricerca continua di un’identità

Tutti i personaggi della storia sono ossessionati dallo scoprire la propria identità e una propria posizione. La ricerca di una posizione nella società è un concetto adulto. Prendere in considerazione una posizione e perseguirla per il resto della vita è l’obiettivo che ognuno ha appena la propria infanzia finisce. La continua ricerca di sé stessi è un viaggio estenuante che ci porteremo dietro per tanto tempo.

Non credere mai di essere altro che ciò che potrebbe sembrare ad altri che ciò che eri o avresti potuto essere non fosse altro che ciò che sei stata che sarebbe sembrato loro essere altro.”

5. La perdita di fantasia quando ci si rapporta con i problemi del mondo

Alice è una bambina e come tutti i bambini affronta in modo spensierato le cose, ha una fortissima fantasia ma proprio quando inizia a domandarsi dei problemi del mondo, perde la sua innocenza e la fantasia sfrenata che contraddistingue il periodo dell’infanzia.

“Sapeva che sarebbe stato sufficiente aprire gli occhi per tornare alla sbiadita  realtà senza fantasia degli adulti.”

“Alice nel paese della meraviglie” ha una storia più sconvolgente di quella che possiamo pensare ed è diversa da quella che spesso ci viene mostrata. Non c’è nulla di felice, spensierato e innocente in tutto ciò ma una serie di elementi che lo rendono un libro piuttosto incomprensibile da bambini.